Pompei, 24 ottobre 2011 – Sulla gestione dell’area archeologica di Pompei e sulle eventuali responsabilità che hanno portato ai nuovi crolli, la procura oplontina vuole vederci chiaro. Perché innanzitutto c’è un mistero , quello del brogliaccio scomparso, il foglio del registro delle segnalazioni su cui doveva essere annotata la data e soprattutto l’ora del crollo. Foglio di cui si sono perse le tracce. Il procuratore Marmo non ha usato giri di parole parlando di un atteggiamento al limite dell’illecito da parte di chi è preposto alla comunicazione immediata agli alla magistratura di eventuali accadimenti all’interno degli scavi. E per la tersa volta la segnalazione è giunta con 48 ore di ritardo. E su questo mancata comunicazione verrà sicuramente fatta menzione nel nuovo fascicolo d’inchiesta che riguarda questa volta il crollo di un muro di contenimento nei pressi di Porta Nola, nella zona più a nord degli scavi di Pompei, meno battuta negli itinerari turistici. Ed il reato ipotizzato anche in questo caso cosi come avvenne per la Schola Armaturarum e per la Casa del Moralista è di crollo colposo. Ieri il procuratore Marmo ha effettuato un sopralluogo all’interno degli scavi per constatare la situazione di persona a causa proprio della mancata collaborazione con la soprintendenza. Che intanto si è tirata addosso anche le ire del comune di Pompi. La soprintendente Cinquantaquattro aveva sostenuto che dietro i crolli poteva esserci il fatto che la città nuova non ha le fogne, le acque dell’area archeologica non hanno scoli. Immediata la replica del sindaco D’alessio: “ Pompei ha un sistema fognario valido e funzionante, e se il comune avesse la disponibilità economica della soprintendenza la Pompei moderna sarebbe un gioiello.” Intanto mercoledì c’è attesa per il sopralluogo del commissario dell’Unione Europea Han; in ballo ci sono fondi importanti per l’area archeologica, mentre da subito c’è da affrontare l’emergenza e prevenire nuovi danni che potrebbero arrivare dalle nuove piogge
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